lunedì 20 dicembre 2010

Tutto questo Natale mi dà alla nausea.



Luci colorate, stelle cadenti e ghirigori vari.
Le vie del centro piene di gente con mille borse in mano, tutti di fretta.
Il regalo per la zia, quello per la cugina.
Oh, cavolo! manca ancora quello per papà.
"Buone feste signorina!"
"Oh anche a lei." rispondo io, distratta.
Quasi disgustata.
Le altoparlanti trasmettono jingles tipici natalizi, mi fan venire il mal di testa, lo giuro.
I bambini al centro commerciale, nel reparto giocattoli, fanno la lista dei regali che vorrebbero ricevere dal caro e buon Babbo Natale.
Ho sempre avuto una certa antipatica nei confronti del vecchio ciccione in rosso. Chiedevo una bambola, me ne arrivava un'altra. Chiedevo un gioco me ne arrivava uno simile.
Genitori guastafeste.
Quest'anno l'albero da pino in sintetico si è trasformato nel ficus benjamina in salotto.
Tutto questo Natale mi dà alla nausea.
Sono indisponente, acida, antipatica.
Questa festa è l'inutilità fatta festività. Dopo San Valentino e la festa della donna.
Mi mancan le parole, il respiro.
Mi mette ansia tutta questa frenesia, la corsa alle ultime spese.
Odio i regali perche devono essere corrisposti. Obbligo morale, direi.
E' un periodo in cui i falsi perbenismi spuntan fuori come funghi in autunno.
L'amore si dimostra in base alla grandezza del pacchetto regalo, oramai.
Che schifo.
Il punto è che la filosofia "anche se non fosse non fosse stato Natale ti avrei amato uguale" (*) nessuno la comprende.
Il carbone dalla Befana vi meritereste, ecco cosa.
Voglio sincerità, non regali.



(*) Morgan - Canzone per Natale.

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